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USURA E ILLEGITTIMA SEGNALAZIONE ALLA CENTRALE RISCHI: LA BANCA CONDANNATA A RESTITUIRE GLI INTERESSI E A RISARCIRE IL DANNO.

Con sentenza n. 833/2016 del 9 marzo 2016 il Tribunale di Padova riconosceva la responsabilità della Banca per l'applicazione sul conto corrente di una azienda di interessi usurai e per l'illegittima segnalazione della medesima alla Centrale dei Rischi.
Nel corso del procedimento, infatti, l'azienda non solo NON risultava essere debitrice della Banca, ma addirittura veniva riconosciuta come creditrice nei confronti di quest'ultima.

 

Dalla perizia del Consulente Tecnico emergeva che l'Istituto di credito aveva praticato sul conto corrente interessi usurai e anatocistici per Euro 114.617,00 (sull'argomento si rinvia ai precedenti articoli trattati sul sito www.studiolegaledmg.it). Il metodo di calcolo seguito dal perito includeva tutti i costi, le spese, nonché le commissioni di massimo scoperto praticate dalla Banca; metodo, questo, considerato dalla giurisprudenza maggioritaria come l'unico valido.

Pertanto, la Banca veniva condannata alla restituzione della predetta somma.

 

Inoltre, secondo il Giudice padovano, l'ingiusta segnalazione alla Centrale Rischi aveva leso fortemente la reputazione economica e commerciale della società attrice, impedendole di fatto l'espansione commerciale e produttiva. All'azienda erano stati revocati gli affidamenti bancari e le era stata quindi preclusa l'utilizzazione del credito bancario per la propria attività di impresa.
La sentenza riconosce quindi in favore del correntista il risarcimento del danno non patrimoniale patito per l'illegittima condotta dell'Istituto di credito liquidato equitativamente in complessivi Euro 229.234,00, somma corrispondente al doppio degli interessi usurai praticati dalla Banca.

 

Un'ultima nota.
Con la medesima pronuncia il Tribunale riconosceva che l'illegittima segnalazione della cliente alla Centrale Rischi aveva determinato un danno, seppur in misura minore, anche nei confronti dei fideiussori dei rapporti dedotti in giudizio e pertanto condannava l'Istituto di credito ad un risarcimento economico anche in loro favore.