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LA TRANSAZIONE FISCALE: UN AIUTO CONCRETO NELL'ABBATTIMENTO DEL DEBITO VERSO IL FISCO

L'istituto della transazione fiscale è regolato all'art. 182 ter della Legge Fallimentare e permette all'impresa che versi in uno stato di crisi, contestualmente ad un accordo di ristrutturazione del debito o in ambito di concordato preventivo, di redigere un accordo con l'Agenzia delle Entrate e con l'Ente di riscossione (es. Equitalia Spa oppure Sorit Spa) finalizzato alla definizione del proprio debito fiscale. Mediante la transazione fiscale, infatti, l'imprenditore potrà godere di diversi benefici tra i quali il consolidamento del proprio debito, o l'abbattimento dell'esposizione verso l'erario.

 

CHE COS'E' LA TRANSAZIONE FISCALE?

La transazione fiscale è una procedura per mezzo della quale è permesso al contribuente che versi in conclamato stato di crisi di accordarsi con il Fisco in deroga al principio generale di indisponibilità e irrinunciabilità del credito tributario da parte dell'Amministrazione finanziaria. A riguardo, infatti, tale procedura è assimilabile ad una vera e propria transazione finanziaria mediante la quale il contribuente può ottenere una ristrutturazione del proprio debito fiscale attraverso una rateizzazione a scadenze multiple e prefissate nel tempo (cd transazione fiscale dilatoria), oppure mediante la cd. falcidia del debito, ossia la decurtazione di una parte di esso (cd transazione fiscale remissoria).
L'istituto ha quindi la funzione primaria di consentire all'imprenditore, che abbia depositato concordato preventivo o un accordo di ristrutturazione del debito, di continuare la propria attività al contempo cristallizzando la propria esposizione debitoria con l'erario.

 

COME SI ATTUA LA TRANSAZIONE FISCALE?

La transazione fiscale, come visto, può essere attivata sia in caso di concordato preventivo (art 160 L.F.) quanto in un accordo di ristrutturazione dei debiti (art 182-bis L.F). La Legge richiede requisiti soggettivi e oggettivi: quanto ai primi, è necessario che il soggetto richiedente soddisfi i criteri previsti all'art 1 comma 1 L.F e quindi possa essere qualificato come imprenditore commerciale (vi rientra anche l'imprenditore agricolo); inoltre deve essere riscontrato uno stato di crisi e insolvenza.
In caso di concordato preventivo, la proposta formale di transazione fiscale deve essere allegata al ricorso depositato presso il Tribunale territorialmente competente in base al luogo in cui l'impresa ha sede principale; viceversa, nel caso l'imprenditore opti per un accordo di ristrutturazione del debito, esso dovrà provvedere a proporre domanda all'Ufficio della Agenzia delle Entrate competente in base all'ultimo domicilio fiscale e al competente Agente di riscossione (ad esempio, Equitalia spa oppure Sorit spa).
Unitamente alle rispettive domande, come naturale che sia, dovrà essere allegata tutta la documentazione necessaria a ricostruire la posizione fiscale del richiedente e a provare la fattibilità dell'accordo proposto.
In seguito alla presentazione della proposta di transazione fiscale:
- Agenzia delle Entrate: entro 30 giorni controlla la regolarità dei requisiti, deve provvedere ad effettuare la liquidazione dei tributi risultanti dalle dichiarazioni e notifica delle relative comunicazioni di irregolarità; prima che sia trascorso il termine di 30 giorni, invece, dovrà trasmettere al debitore una certificazione indicante il debito complessivo;
- Agente di riscossione: entro 30 giorni dovrà inviare al debitore e all'Agenzia delle Entrate una certificazione circa l'ammontare complessivo del debito iscritto a ruolo, scaduto o sospeso comprensivo di tutte le somme (tributi, interessi, sanzioni).

 

PER QUALI DEBITI POSSO RICHIEDERE LA TRANSAZIONE FISCALE?

Non tutti i tributi possono essere oggetto della procedura in oggetto. Infatti, la transazione con il Fisco può riguardare i crediti erariali aventi natura chirografaria e quelli assistiti da privilegio. Rimangono esclusi tutti i tributi locali (quali ad esempio, Ici/Imu, Tares, Tarsu, Tosap ecc) poiché la gestione di questi è rimessa direttamente alle Amministrazioni locali, e tutti i debiti relativi ai tributi propri dell'Unione Europea (es dazi doganali).
L'Irap, invece, essendo di competenza dell'Agenzia delle Entrate potrà essere compresa tra i tributi soggetti a falcidia e/o rateizzazione.
Inoltre possono essere oggetto di transazione anche le maggiori imposte e le sanzioni richieste medianti atti di accertamento. Sul punto, infatti, l'art 182 tre L.F. include tra i crediti tributari rientranti nella procedura in oggetto anche gli accessori al tributo stesso: ossia gli interessi relativi al tributo e l'indennità di mora, ma anche le sanzioni amministrative conseguenti a violazioni tributarie.
Discorso a parte deve essere fatto per l'Iva.
Nonostante la prassi finora consolidata nel nostro ordinamento aveva escluso la riduzione del debito IVA (cd falcidia), ritenendo lo stesso solamente dilazionabile, è da registrare un inatteso, anche se da tempo sperato, intervento a livello comunitario. In particolare, l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE, in seguito a richiesta del Tribunale di Udine, ha chiarito che l'abbattimento del debito per IVA sia comunque ammesso quando:
- il ricorrente non abbia occultato parte dell'attivo o omesso di denunciare uno o più crediti;
- si attesti che la proposta effettuata dal richiedente possa portare ad una riscossione più vantaggiosa rispetto al fallimento;

QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA TRANSAZIONE FISCALE?

Qualora sapientemente utilizzata, la transazione fiscale può comportare vantaggi sia per l'imprenditore, il quale vedrà chiudere definitivamente tutti i rapporti con Fisco; sia per lo Stato, che recupererà nella misura più favorevole denaro e liquidità a vantaggio di tutti i cittadini.
Certamente uno degli effetti più positivi è quello della cristallizzazione dell'esposizione debitoria dell'impresa nei confronti dell'erario (cd consolidamento), anche con riferimento ad eventuali contenziosi in essere visto che, una volta omologato il concordato preventivo, tutti i procedimenti pendenti si estingueranno, qualsiasi sia il grado e lo stato in cui si trovano.
Accanto ai benefici appena indicati ve ne sono altri, di incisività altrettanto importante per l'attività d'impresa e, di riflesso, per il "budget" famigliare.
Anzitutto la possibilità di ottenere una dilazione del proprio debito mediante la determinazione di un piano contenente scadenze dilatate nel tempo, ma soprattutto la possibilità di vedersi decurtare l'ammontare complessivo del debito (cd transazione fiscale remissoria) dovendo così corrispondere una somma minore rispetto a quella inizialmente richiesta.

 

In conclusione, la transazione rappresenta una strumento giuridico che aiuta l'imprenditore a salvare la propria impresa consentendo allo stesso di partecipare attivamente alla ristrutturazione dell'indebitamento e alla programmazione futura della propria vita professionale e famigliare.